Una piccola realtà con grandi progetti

ATELIER NARDOS si trova ad Asti, presso i locali del Santuario della beata Vergine del Portone.

Anche se solo quest’anno ci facciamo conoscere, ormai da anni ci stiamo dedicando alla sperimentazione e allo studio, applicandoci nella conoscenza dei tessuti e nella realizzazione dei nostri modelli esclusivi. In questi anni di approfondimento, inoltre, ha preso corpo la nostra identità e il nostro metodo di lavoro.

ATELIER NARDOS progetta e confeziona vesti liturgiche esclusive, uniche ed interamente fatte a mano, in un ambiente lavorativo a misura di persona, utilizzando tessuti esclusivamente naturali e innovativi, provenienti da una filiera trasparente e sostenibile.

ATELIER NARDOS ispira le sue modalità operative al magistero di Papa Francesco, in particolare alle lettere encicliche Fratelli Tutti e Laudato Sii.

Il Santuario della beata Vergine del Portone in Asti

ATELIER NARDOS riconosce la propria identità nel gesto nobile e semplice della sorella di Lazzaro.

Maria prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: “Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?”.

Gv 12, 3-5

La vera bellezza

Quel gesto assolutamente nobile e semplice insieme, espressione di un amore squisito per il Signore, sarà ricordato per sempre. Nobile perché quell’olio non comune è diventato espressione del cuore di Maria; a Gesù vanno le cose più preziose, quel “di più” non necessario che un animo gretto ritiene uno spreco. Semplice, perché in quel gesto non vi è spazio per la vanità, o per la richiesta di un contraccambio, ma è tutto dono.

Lo aveva ben compreso il poverello di Assisi, che richiedeva: “I calici, i corporali, gli ornamenti dell’altare e tutto ciò che serve al sacrificio, debbano averli di materia preziosa” (san Francesco d’Assisi, Prima lettera ai custodi, FF 241)